La luna nel pozzo - indice
PRIMO INCONTRO - parte prima
La luna nel pozzo
Ho
scelto come titolo degli incontri "La luna nel pozzo",
perché chi scrive è sempre mosso da un'ideale, e perché
la scrittura inganna sempre un po' il lettore, come Odisseo. Insomma,
da un lato chi scrive cerca la luna nel pozzo, altre volte racconta
a sé stesso e agli altri di averla trovata. E poi chi scrive
è un pozzo, se non di scienza, delle sue esperienze. Inevitabilmente
ognuno porta nella scrittura i suoi sogni, le proprie conoscenze,
la propria cultura, il proprio temperamento e carattere.
Scrive
Kundera nei Testamenti traditi (Milano, Adelphi, 1994): Da
notare che imitazione non significa mancanza di autenticità,
perché l'individuo non può non imitare ciò
che è già stato; per quanto sincero egli è,
è solo una reincarnazione; per quanto schietto, è
soltanto il risultato delle suggestioni e delle ingiunzioni che
gli pervengono dal pozzo del passato.
E più uno conosce il proprio pozzo o sa scavare in esso,
più potrà esprimere in modo felice i contenuti delle
diverse scritture.
Diverse
scritture
Ci sono una:
- scrittura poetica;
- scrittura letteraria;
- scrittura giornalistica in senso stretto, cioè di eventi
e di individui che il giornalista incontra di persona;
- scrittura redazionale intesa come organizzazione di contenuti
scritti o comunicati da altri;
- contenuti Internet;
- testi e slogan pubblicitari.
L'ordine
in cui sono elencati questi tipi di scrittura corrisponde a una
personale convinzione sul grado dello svelamento di sé, che
raggiunge la maggiore espressione nella poesia fino a scomparire
quasi del tutto nella scrittura pubblicitaria, dove chi scrive non
sceglie, ma tende a diventare il prodotto o l'azienda. Lo svelamento
di sé nella scrittura pubblicitaria è quasi assente
e quello che si riesce a dire costituisce spesso uno svuotamento
del sé senza specchiamenti, senza riflessi, senza emozioni.
I
vari generi spesso non si presentano in modo univoco, ma coesistono
in modi diversi, in innumerevoli contaminazioni e combinazioni fra
un genere e l'altro. I testi a volte si trasformano in labirinti
di vero-falso, citazione-ricordo, notizia-opinione, pubblicità-informazione,
in cui il primo giudice dello svelamento di sé non può
che essere l'autore.
Da che pozzo esce uno che
scrive?
Di
sicuro chi scrive lo fa innanzitutto per necessità, non tanto
economica quanto interiore di esprimersi, di farsi conoscere al
mondo. Poi ci sono anche copy e giornalisti senz'anima, ma non credo
di appartenere a tale categoria.
I
primi sintomi della voglia di scrivere si manifestarono con una
commedia satirica, scritta intorno ai sedici anni, nella quale prendevo
in giro il mio professore di latino e greco e un amico medico, fu
anche la fine di un'amicizia.
Seguirono,
naturalmente, le poesie scritte per amore o per disperazione. E
di poesia in poesia nacque un giovane matrimonio e la mia prima
figlia. Ma il primo lavoro non fu proprio in linea con la vocazione,
come nemmeno la facoltà scelta che era, proprio qui a Padova,
giurisprudenza.
Il
primo lavoro, dicevamo, fu quello di operatore presso una comunità
di recupero per tossicodipendenti. Durai, a fatica, tre mesi e poi
me ne andai. In quei giorni lessi sui giornali che era morto un
cameriere e mi presentai al locale dove lavorava. Non cercavano
un altro cameriere, ma uno snackista, quello che prepara gli stuzzichini
e i tramezzini, il mago della piastra per clup-sandwich e panini
caldi di tutti i tipi.
Furono
altri tre mesi, diversi, e soprattutto remunerativi, guadagnavo
un sacco di soldi, ma finivo alle tre, quattro di notte. All'epoca
scrivevo poco, però dipingevo molto e organizzavo insieme
a degli amici delle mostre di pittura. Quando uscivo dal bar incontravo
tre nottambuli, Bruno, Guido e Gaggia.
Bruno, visto che studiavo giurisprudenza, mi presentò l'avvocato
Concini, il quale promise di assumermi. Forte di quella promessa,
diedi le dimissioni e assediai per una settimana lo studio dell'avvocato:
gli dissi che tenevo famiglia e lui mi prese con sé. Mi pagava
in nero e poco, ma i due anni trascorsi con lui furono un'avventura
umana che ancora oggi mi commuove.
Nei lunghi pomeriggi trascorsi in attesa dei suoi ritardi, cominciai
a scrivere qualche racconto, un tentativo di soggetto per una serie
gialla, i primi articoli per un giornale locale. Conobbi un amico
regista che sognava di sfondare a Roma. Fu lui a propormi di trovare
un paio di idee per degli spot pubblicitari, il prodotto era un
sacchetto per le immondizie che credo si chiamasse Virosac.
Non
ci misi molto a sviluppare un paio di idee, mi divertii e fui pagato
l'equivalente di un paio di settimane dall'avvocato.
Una triste domenica di maggio, Bruno, quello che me lo aveva presentato,
mi annunciò che l'avvocato era morto d'infarto mentre parlava
ai delegati dell'assemblea della Coop.
Scrissi
il pezzo su quello che per me, più che un datore di lavoro,
è stato un secondo padre. Lasciai lo studio, che venne affidato
a un altro legale, e cominciai la collaborazione come copy, cioè
uno che sa mettere quattro parole in croce senza errori, presso
un'agenzia pubblicitaria. Mi passavano un fisso e comprai un sistema
di videoscrittura Olivetti. Era il 1989. Nel '90 lanciai lo Studio
di Scrittura Mercurio e scrissi anche la recensione: "i servizi
offerti sono diversi, ma riuniti sotto un unico comune denominatore:
la redazione e la organizzazione di testi".
Con incoscienza investii un milione in annunci pubblicitari. Si
fecero vivi solo aspiranti scrittori falliti. Scrissi anche, che
vergogna, al Maurizio Costanzo Show, ma rimase lettera morta. Tempi
e luoghi non erano maturi, ma i segni della vocazione abbastanza
chiari. Seguirono la prima pubblicazione nel 1992 sulla Scuola di
Enologia di Conegliano, l'organizzazione di corsi di dizione, di
mimo e di scrittura: prima con Giovanni Chiades, poi con Maria Grazia
Liverani. La formazione cominciò in quegli anni e prosegue
oggi con tante letture e nuovi tipi di gavetta.
Allargai
il giro dei clienti, si aggiunsero altre agenzie pubblicitarie.
Le cose, comunque, non vanno sempre bene. Nel '95 ci fu un momento
di crisi che mi indusse a chiedere un posto da segretario in uno
studio legale, di nuovo!
Per fortuna non se ne fece nulla, incominciai a collaborare anche
con dei clienti privati e la situazione, per fortuna, migliorò.
È una libera professione in cui si è meno sicuri che
in altre anche dopo un lungo periodo di avviamento, perché
non ci sono tutele di albi professionali, né forme di controllo
sull'accesso alla professione, né tariffari: in teoria chiunque,
in qualsiasi momento, può improvvisarsi copy o web editor
e lavorare sottocosto. Queste circostanze, unite alle eventuali
difficoltà commerciali di uno dei vostri clienti più
importanti, possono creare situazioni non facili. A proposito di
clienti, ha notevole importanza la continuità della relazione
umana. L'incarico, oltre che sulla professionalità, è
infatti basato sulla fiducia e sulla sintonia reciproche.
Nel
mio pozzo, per tornare in argomento, a marzo dell'anno scorso, è
apparso il sito www.studiodiscrittura.it, che a ben guardare è
lo sviluppo web dello Studio di Scrittura Mercurio. Chi scrive,
insomma, è simile alla volpe (o al lupo?), non perde mai
il vizio.
Per
chi si scrive?
La presentazione appena letta è stata
scritta per voi e, in particolare, per soddisfare, almeno in parte,
la vostra curiosità su come si arriva a vivere di scrittura.
Essa serve anche a introdurre una delle domande fondamentali che
si deve porre chi scrive, e cioè: Per chi scrivo? Qual è
il mio pubblico? Quale il mio uditorio?
Provo a ripresentarmi pensando ad un altro pubblico e organizzando
diversamente le informazioni.
Risposta a un'intervista
"Dopo varie esperienze di lavoro, ho iniziato a svolgere le
professioni di giornalista e copywriter, occupandomi di progettazione
editoriale, collaborazioni giornalistiche, redazione di testi per
aziende, gestione di uffici stampa, creazione di campagne pubblicitarie".
Depliant di presentazione
Mario Anton Orefice (Villach 1962), giornalista e copywriter, vive
nel centro storico di Conegliano in provincia di Treviso. Autore
di opere di divulgazione, racconti, monografie, è direttore
di vari house organ e collaboratore de "Il Gazzettino"
dal 1990. In campo pubblicitario ha ideato campagne apparse su Espresso,
Panorama, Europeo, Casaviva, e scrive testi per importanti aziende
internazionali e nazionali.
Quarta di copertina di una pubblicazione
Mario Anton Orefice (Villach 1962), giornalista, vive e lavora a
Conegliano.
Annuncio di lavoro
Uffici stampa, house organ, contenuti Internet, business writing,
M.A. Orefice, via Verdi 17/c, 31015 Conegliano (Tv)
Tel. 0438/410323, cell. 348/2526490, e-mail: mao@nline.it
Diario
Sogno di scrivere per il Corriere della Sera.
Organizzazione
delle informazioni
A questo punto vi sarete resi conto che ciò
che cambia è la scelta sulle informazioni da dare e con essa,
a volte, lo stile, argomento per il quale sarebbe importante leggere
gli Esercizi di stile di Raymond Queneau (Torino, Einaudi,
1983).
Ciò che dovrebbe differenziare in modo cruciale ed evidente
presentazioni rivolte a pubblici diversi è l'organizzazione
delle informazioni: scelta dei contenuti e ordine di esposizione.
Presentatevi
Ora provate a redigere delle presentazioni in
prima o in terza persona pensando a uno dei seguenti interlocutori:
- un datore di lavoro
- un possibile cliente
- la mamma
- una classe delle elementari
- gli utenti di un sito web
- voi stessi
- intervista a un giornale.
"La
mia vita non assomiglia per niente a una riga."
Nella prima parte dell'esercitazione svolta
in aula nessuna ha scelto rivolgersi a un datore di lavoro.
Claudia scrive al gruppo:
Mi chiamo Claudia Blasi e presentarmi in poche righe non è
per niente facile. Per restare in tema, la mia vita non assomiglia
per niente a una riga. È piuttosto un mosaico di sogni, delusioni,
esperienze, emozioni, contraddizioni. Insomma, sono una tipa complessa,
curiosa, temo la noia e l'immobilità. Ho grandi ideali, ma
mi scontro continuamente con la realtà, parto con l'idea
di cambiare il mondo e finisco per cambiare me stessa. E, comunque,
non mi sembra poco. E, poi, amo la vita!
Nataliya scrive al gruppo:
Se permettete mi presento. Sono un cane del quartiere di via
Makallè. Non ricordo come mi chiamo. Ricordo un po' il mio
padrone. Un vecchietto che mi amava tanto. Ricordo i giorni più
belli della mia vita, quando insieme a lui passeggiavo sulla piazza
del mercato, dove ci sono tanti negozi di carne, ed egli discuteva
con me che cosa doveva comprare.
Ma un giorno è arrivata una macchina con tanto rumore e lo
ha portato lontano. Ora sono solo, soffro il freddo e ho tanta fame.
Non ho amici, perché gli altri cani hanno dei padroni che
non permettono loro di fare amicizia con me. Sì, sono sporco
perché non possiedo la casa con la vasca da bagno, ma ho
l'anima sincera e sensibile.
Ogni mattina incontro una signora che ha tanta fretta, non ci salutiamo.
Poi mi avvicino ai bidoni della spazzatura con la grande speranza
di trovare qualcosa da mangiare. Ooo
! Noo
! Il camion
della spazzatura è già passato.
O, forza Keù, davanti c'è ancora tutto il giorno,
troverò qualcosa.
Marta scrive a dei bambini:
C'era una volta una ragazza chiamata Marta che viveva a Polverara,
un piccolo paesino di campagna. Fin da bambina la sua passione era
sempre stata la musica e così iniziò a suonare il
pianoforte: non aveva grandi sogni ma semplicemente quello di poter
cantare e far ascoltare la sua musica agli altri. A quattordici
anni Marta iniziò a studiare in una grande scuola di musica,
chiamata Conservatorio, ma dopo alcuni anni, per varie difficoltà,
fu costretta ad abbandonarla.
Disperata pensava: "Come potrò mai realizzare il mio
sogno?"
Un bel giorno però giunsero a Polverara i Singing Quire:
40 ragazzi che cantavano gospel e cercavano nuove voci per il loro
coro.
Marta si unì a questo gruppo e ancora oggi, vagando di paesino
in paesino, è possibile ascoltarla cantare felice assieme
ai suoi sorridenti amici.
Alessandra finge di ricevere una lettera scritta
da un'amica:
Cara Alexandrina,
alla fine ho fatto quel che si fa
dall'aula 5 del Centro Italiano Formazione Salesiano,
seconda porta a destra,
al di qua di un portone zincato,
di una vetrata immacolata e
di un sorriso metallico,
ti dico che ricomincio daccapo.
Davvero.
Mi reinvento.
Diglielo tu ad Alfredo che non ce la faccio più a sfornare
piadine alla stazione.
E così sia.
Gloria scrive alla mamma:
Mi amo per quello che sono,
mi adoro per quello che non sono,
sono fiera di me,
non c'è nulla che manca,
e questa vita c'è
anche se a volte stanca,
la sofferenza è necessaria
la sofferenza è amica
ti trascina su di una buona aria
e poi ti fa tesoriera come una formica.
Non bisogna accantonare il brutto
Perché è proprio nel nero lutto
Che si impara la vita cos'è soprattutto.
"Gent.mo Cliente"
Dopo le presentazioni personali, l'esercitazione
viene ripetuta specificando che il destinatario della presentazione
è un potenziale datore di lavoro.
La lettera di Elisa:
Gent.mo Cliente,
con la presente vorrei comunicarLe il forte interesse che ha suscitato
in me la lettura dell'annuncio da Lei pubblicato.
Mi chiamo Elisa Zangirolami, ho 25 anni e
sono laureata in lingue e letterature straniere a Padova con ottimi
voti. Ho lavorato per l'International Customer Service della TNT,
ho collaborato part-time per l'Ufficio Orientamento e Tutorato dell'Università
di Padova, e ho partecipato all'organizzazione di eventi come la
Fiera di Padova e altre manifestazioni di promozione.
Mi ritengo una persona tenace, capace di
organizzare il proprio lavoro individualmente, ma anche di integrarlo
con un progetto di gruppo. Una buona capacità di sintesi
e di analisi mi aiutano nella creazione e realizzazione di testi,
e ho affinato questa predisposizione frequentando un corso per "web
editor e copywriter". Mi propongo quindi in tale veste per
ricoprire la figura professionale da Lei richiesta.
In attesa di un Suo gentile riscontro, La
ringrazio fin da ora.
Cordiali saluti.
Laura F ha scritto:
Gent.mo signor X,
in risposta al Suo annuncio comparso sul
Corriere Lavoro di questa settimana, mi permetto di sottoporre alla
Sua attenzione la mia lettera di candidatura.
Mi chiamo Laura Fabris, ho 24 anni e vivo
a Padova dove mi sono da poco laureata in letteratura italiana ottenendo
un ottimo punteggio. Da un anno collaboro con la rivista di Studi
Tassiani di Bergamo, esperienza che ha senza dubbio affinato le
mie capacità di ricerca, selezione del materiale e, non ultimo,
di scrittura.
Ritengo inoltre di possedere le capacità
comunicative e di apprendimento che mi consentono la serena e proficua
collaborazione in gruppi di lavoro ed équipes.
RingraziandoLa fin da ora della cortese attenzione
concessami, Le porgo distinti saluti.
Dalla discussione in aula emergono alcune regole
da seguire nelle presentazioni indirizzate alle aziende: usare un
breve preambolo, non cominciare la lettera con "Io sono , "Io
mi chiamo"; non candidarsi in modo generico: "qualsiasi
occupazione andrebbe bene"; mostrare interesse per l'azienda;
non essere servili: "mi rimetto completamente alle Vostre decisioni";
interrogarsi se ciò che scriviamo è vero e corrisponde
alle nostre aspirazioni, sapremo difenderlo meglio; verificare se
la lettera risponde ai seguenti quesiti: Chi sono? Che cosa ho studiato?
Quali le mie esperienze lavorative? Quali i motivi per scegliere
la mia candidatura?
Curriculum vitae
Quando emerse
dal buio della scatola
non era niente di speciale.
Pelle tesa, odore innocente,
una fra mille.
Di malavoglia imparò a camminare,
faceva pieghe, non stava,
non stava attenta. Poi col tempo
cedette, s'ammorbidì,
controllò la linguetta.
Nelle notti stava qua e là,
insonne, ma di giorno
si trascinava da un luogo all'altro.
Soffrì, si sporcò, si bagnò
durante il lungo pellegrinaggio
Sudore, strapazzi, intimità -
un individuo, inconfondibile
E caro. Salvo che le rughe
si facevano sempre più marcate, macchie
apparivano sulla pelle, salvo
che non teneva più l'acqua
E le cuciture scoppiavano.
Quindi approdò là
dove tutti approdiamo,
al buio di una scatola.
Rimase soltanto l'anima,
nel caso che la scarpa ne abbia una, invisibile
e buona a nulla.
Hans Magnus Enzensberger, Più leggeri dell'aria,
Torino, Einaudi, 2001
Scomposizione, riscrittura
e titolazione di un articolo
Un altro utile esercizio per comprendere la
molteplicità delle combinazioni possibili, ma nello stesso
la necessità di effettuare delle scelte in relazione alle
informazioni, è la scomposizione di un articolo per individuare
le diverse informazioni in esso contenute secondo un ordine gerarchico:
notizia principale, notizie accessorie, notizie sui possibili sviluppi
del fatto. L'esercizio, per essere efficace, deve essere condotto
da una terza persona.
Spetterà a lei la scelta dell'articolo sconosciuto su cui
esercitarsi. Ogni informazione verrà scritta su un foglio
di carta, si mischieranno i vari foglietti e si riscriverà
l'articolo in base alla successione del tutto casuale dell'estrazione,
o delle estrazioni. Il titolo dovrà essere coerente alle
diverse riscritture. Al termine dell'esercizio, ci si confronterà
con l'articolo originale. Si rifletterà quindi anche sul
titolo, che sarà tanto più efficace, quanto più
riuscirà a catturare l'attenzione attraverso l'utilizzo sapiente
delle parole e delle figure retoriche.
Riscriviamo
questo articolo
Dal Corriere della Sera del 28 febbraio 2001:
A questi operatori, preferiti da più del 50% degli utenti,
secondo una ricerca aziendale, sarà possibile chiedere fino
a cinque numeri telefonici con una singola chiamata. Ma quello che
Marcella Logli, responsabile per Telecom Italia della telefonia
fissa e Internet per le aziende, ha chiamato "valore aggiunto
offerto dagli operatori", ha da oggi un costo maggiore. A fronte
del minor prezzo praticato per il risponditore automatico.
Chi sceglie l'operatore paga circa mille
lire più Iva. Chi preferisce il risponditore automatico paga
400 lire più Iva.
"Le nostre tariffe restano a livello
europeo" ha precisato ieri per Telecom Italia, Gianclaudio
Neri. In particolare, secondo dati forniti dall'azienda, alle mille
lire medie dell'Info12 italiano corrispondono le 531 della spagnola
Telefonica, le 1.200 di Belgacom, le 1.101 di France Telecom, le
934 di British Telecom e le 2.877 di Deutsch Telekom.
Per l'associazione dei consumatori Codacons
il nuovo servizio "è dannoso per gli utenti e di largo
profitto per la società telefonica".
In particolare l'associazione, rimproverando alla Telecom di approfittare
di una situazione dominante, contesta la nuova tariffazione di Info12
ritenuta esosa. "Il servizio finora è stato offerto
sottocosto - è stata la replica della società -. Quanto
alla situazione dominante, non esiste. I nostri data-base con gli
elenchi telefonici sono da settembre a disposizione di tutti gli
operatori che li richiedano. Gratis".
Da domani i numeri di tutti i telefonini dovranno essere composti
senza lo zero iniziale.
A marzo Telecom varerà il servizio
12 via "messaggini" sui cellulari. Ad aprile telefonando
al 12 si potranno ottenere anche le informazioni sui numeri internazionali.
Il prossimo aprile verrà lanciato il sito www.info12.it,
rinnovato nei contenuti, attraverso cui si possono già chiedere
i numeri gratuitamente.
A maggio partirà in tutta Italia il
portale vocale legato al 12 che per ora è attivo in via sperimentale
solo a Bologna. Chiamando l'Info12, oltre ai numeri dell'elenco
abbonati, si potranno ottenere altre informazioni, come le farmacie
di turno, la situazione del traffico, gli spettacoli cinematografici,
la Borsa e il Meteo. Le novità dell'Info12 attive da oggi
saranno supportate da una campagna pubblicitaria su televisioni,
radio e giornali. Il tormentone che la Telecom intende lanciare,
senza testimonial famosi, è la parola "dodici"
urlata a squarciagola.
Chi richiederà un numero telefonico
al 12 non dovrà più passare necessariamente attraverso
il "filtro" del risponditore automatico, cercando di farsi
capire da un disco. Ma potrà scegliere subito se affidarsi
alla ricerca elettronica o parlare con uno dei 2.500 operatori Telecom,
sparsi nei call-center di tutt'Italia (più i 200 telelavoratori).
Lo scarso tempo a disposizione non ci ha permesso
di dedicarci alla riscrittura, ma esclusivamente alla titolazione
in base alla scelta della notizia principale. Due i migliori titoli
emersi: "Codacons contro Telecom" e "Novità
alla Telecom: torna l'operatore al 12".
Il titolo originale dell'articolo* di Daniela Baccaro apparso sul
Corriere della Sera del 28 febbraio 2001 è: "Dietrofront
Telecom: torna l'operatore al 12".
Oggetto di esercitazione potrebbero essere anche alcuni miei articoli
della sezione "giornale" del sito www.studiodiscrittura.it
allegato
Un buon titolo
Da una breve ricerca risulta che non esistono
dei veri e propri decaloghi scritti sulle regole da seguire per
un buon titolo giornalistico, ma è questo un ambito in cui
domina ancora la tradizione orale. Provo quindi a dare alcune indicazioni.
reinventare luoghi comuni
creare un neologismo
accostare le parole in modo insolito
non usare avverbi e gerundi
essere brevi e chiari
suscitare interesse
usare sempre le virgolette quando si citano le parole di altri
scegliere una buona foto
evitare con cura ripetizioni, errori grammaticali e di sintassi
Per un ulteriore, minimo, approfondimento vedasi
lo scritto allegato tratto da Teoria e pratica - Studiare da
giornalista, a cura di Gianni Faustini, Roma, ed. Centro di
documentazione giornalistica, 1995.
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