- sabato
23 Maggio
- ogni minuto
un colpo
- una zeta a Hong
Kong
- la sfida
- il passo falso
- da azienda nasce
azienda
- controcatena
- via delle case
popolari 4
- bibliografia
- ringraziamenti
DA AZIENDA NASCE AZIENDA
Alla lettura erano seguiti i commenti,
e fra una chiacchiera e l’altra s’era fatto tardi. Giuseppe si congedò
dal vecchio impiegato, prese la bicicletta e si avviò verso
casa. Lungo l’argine del Monticano intravide la scritta dell’Otlav
e gli venne in mente che Angelo Padovan, il suo fondatore, era di
Santa Lucia di Piave e aveva cominciato proprio alla Zoppas.
Venne assunto come operaio qualificato
nel reparto meccanica il 23 maggio 1947. Era una gavetta dura: dieci
ore di lavoro al giorno per sei giorni la settimana, più
la domenica mattina, senza le misure di prevenzione e di tutela
della salute che ci sono oggi. Non c’era la mensa. Le famiglie che
avevano un marito o un figlio alla Zoppas organizzavano a turno
delle spedizioni. Ogni donna partiva in bicicletta dalle campagne
di Santa Lucia, Mareno, Bocca di Strada con cinque o sei borse sul
manubrio per portare le gavette o pignate ad altrettanti parenti
o amici. Il mangiare, un piatto di spaghetti o di minestrone, veniva
preparato all’ultimo momento affinché il cibo arrivasse ancora
tiepido. Qualche pezzo di pane e di formaggio completavano il pranzo
che gli uomini in tuta consumavano seduti lungo l'argine del Crevada.
Nella primavera del ’55 Angelo pensava
già di mettersi in proprio e cercava un tornio d’occasione
per poter cominciare a lavorare di sera e nei giorni festivi, senza
abbandonare l’impiego alla Zoppas. Nel febbraio del ’56 lesse un
annuncio sul Gazzettino, relativo alla vendita di un tornio, un
monomandrino di marca Anselmi, da parte di un signore di Schio.
Partì in Vespa con l’amico Aldo Padoin, che poi sarebbe diventato
suo cognato. Dopo aver discusso l’intera mattina non conclusero
la trattativa, il problema era il prezzo: 250.000 lire. Andarono
a mangiare in una trattoria. Durante il pranzo Aldo disse: Senti
Angelo se questo tornio ti serve veramente abbiamo due o tre risparmi
da parte. Ti prestiamo i soldi che mancano. Dai, vediamo se riusciamo
a portare a termine l'affare.
Rintracciarono nuovamente il venditore
e si accordarono per 230.000 lire. Era contentissimo come se avesse
vinto al lotto: Adesso ho l’attrezzo che mi serve, disse.
Fra i primi clienti di Angelo vi fu la
ditta Buosi di San Polo di Piave, sì proprio quel Camillo
Buosi che Giuseppe aveva riconosciuto nella foto del Sacro Cuore.
Anche lui si era messo in proprio e costruiva macchine agricole.
Gli dava da tornire dei pignoni da 250 millimetri di diametro e
altri pezzi, che lui rifiniva dopo i turni alla Zoppas.
Una volta pronti li metteva in una cassetta
di legno e con la sua Vespa li portava a destinazione. Nell’ottobre
di quel ’56 si crearono le condizioni per mettersi in proprio. Angelo
Padovan e Giuliano Lovat, anch’egli impiegato alla Zoppas, diedero
le dimissioni e in dicembre fondarono la Padovan e Lovat, una officina
di torni monomandrino per produrre accessori per il settore delle
biciclette. Oggi la Otlav è un’azienda leader nella produzione
di cerniere per porte e finestre, guidata da Fabio Padovan e dal
suo braccio destro Ivano Maset.
Uno dei ruoli più evidenti della
Zoppas, oltre alla creazione di un sistema di imprese satellite
e di un indotto commerciale di migliaia di miliardi, fu quello di
essere un cantiere di formazione, in misura più o meno incisiva,
per molti imprenditori. A Giuseppe di far carriera o di mettersi
in proprio non gliene era mai importato nulla. Nonostante Gino Zoppas
diverse volte gli avesse proposto la promozione a caporeparto, egli
aveva sempre rifiutato. A lui piaceva fare l’attrezzista, realizzare
gli stampi con le sue mani, e poi vedere la forma che ne usciva,
pulita, perfetta, pronta a fare il suo dovere, come Giuseppe, sempre,
di giorno e di notte.
Mentre Giuseppe rifletteva lungo l’argine,
non immaginava che Giacomo Bazzo, uno studente, proprio in quel
momento stava preparando la sua tesi di laurea Il caso della Zoppas
e la genesi dell’imprenditorialità diffusa con tante storie
simili o lontane da quella della Otlav. Come quella di Giovanni
Pagotto, che iniziò la sua carriera in Zoppas nel 1959, poi
negli anni sessanta con alcuni amici prese in affitto un vecchio
capannone in cui la sera, dopo le dieci ore in fabbrica, lavorava
al tornio fino a notte fonda. Nel 1978 acquistò da una vendita
fallimentare una pressa per il trattamento della plastica. Anche
se non sapeva nemmeno come funzionava, intuì che nel settore
c’erano buone possibilità di successo. Si fece aiutare da
un amico per le prime prove di stampaggio e a fine ’78 si licenziò
e fondò la Arredoplast.
Per altri il primo cliente fu la stessa
Zoppas. Come Giovanni Rui che, dopo altri lavori, approdò
nel ’63 alla S.O.L.E di Oderzo (l’azienda avviata nel ’56 dagli
Zoppas per lo stampaggio delle parti in plastica). Quando la lasciò
nel ’72 aprì la Fast, che forniva la S.O.L.E, poi nel 1987
si aggiudicò importanti commesse dalla Seleco diventando
la prima azienda europea nella fabbricazione degli schienali per
televisori.
Pietro Barazza, assunto alla Zoppas nel
’43, dimostrò subito una buona manualità nella lavorazione
dell’acciaio. Nel 1959, quando fondò la società Fratelli
Barazza, il suo primo e più grande cliente fu proprio la
Zoppas per la quale eseguiva varie lavorazioni. Dopo nove anni Pietro
Barazza diversificò la produzione, e in seguito diede vita
alla sua attuale società, la Jollyinox specializzata in elettrodomestici
da incasso. Analogo il caso di Orfeo Saccol che, dopo tredici anni
in via Cesare Battisti, inaugurò la Saccol snc che vendeva
alla Zoppas gli stampi per sagomare componenti delle cucine a gas.
C’è la Zoppas anche nella carriera di Luigi Ongaro che nel
’61 creò la Mareno Cucine, poi nel ’71 diede il via a quella
che è la sua attuale azienda, la Gico che produce grandi
cucine per la ristorazione collettiva.
Lo spirito imprenditoriale della Zoppas
si trasmise anche ad alcuni componenti della famiglia, in particolare
ai figli di Gino: Renzo dirige oggi l’immobiliare Geicove, Enrico
è amministratore delegato delle Acque Minerali San Benedetto
e Gianfranco Zoppas è presidente della holding Zoppas Industries,
cui fanno capo Irca, Rica, Sev, Sipa, Luve, Conti Elektra/Eltra-Hilzinger
e Cogolo, con un fatturato superiore ai mille miliardi.
|